Un Pistacchio di 10 Millimetri. Capitolo 24. 5/10/2017

Un Pistacchio di 10 Millimetri. Capitolo 24. 5/10/2017

Eccomi qui!
Smettetemela di sgridarmi su sto fatto che non scrivo più in maniera frequente!
Semplicemente sono tornato a vivere una vita “quasi normale” e ho meno momenti di ispirazione-riflessione, io essere bravo, voi non dovere sgridare me, augh.
Ora però sono qui: ho proprio una bella storiella da raccontarvi.
Stamattina è stato un momento sbadabum: mi ha tremato un pò la mano e mi trema tutt’ora a pensarci.
Alle ore 10:43 ho ricevuto l’email del Centro diagnostico dove ho fatto la tac: aveva in allegato il mio destino.
E’ incredibile come siano certi momenti a farti capire chi sei.
Ci ho pensato un attimo prima di premere downloadallegato. In che modo avrei dovuto aprire quel file? Quanto tempo avrei dovuto aspettare per fare in modo di poter leggere solo cose positive? Devo toccare ferro? Quale cagata devo inventarmi? Me pare la religio di Lucrezio. (riferimento culturale aulico, non adatto ad un pubblico che guarda GfVip. NB: ringraziare la mia professoressa di latino del Liceo)
Ho respirato un attimo, per dedicarmi un altro respiro al gusto di inconsapevolezza e poi sono partito.
Ha aperto la mail più importante della mia vita mentre facevo colazione con Muesli Croccanti e yogurt al caffè.

10 mm vs 24 mm.
Questo è ciò che ho letto.

Il mio nemico ora è un coso piccolo 10 mm.
Ho conquistato 14 mm sul campo di battaglia : ho preso terreno all’avversario.
24 era la mia condizione iniziale, insomma è passato da nocciola a pistacchio.
Voi mi direte…e ora?
Ale, ora che si fa?

Ragazzi, bho.
Oggi ho sentito il mio amato JD e mi ha parlato di “ottimo risultato”, so solo questo. Di certo è na cosa positiva, ma in quell’ottimo risultato ho letto un nonsochè di strano.
Sembrava un “ottimo risultato ma poteva andare meglio”.

Maledetta la mia empatia, mi piacerebbe a volte non capire un cazzo del sottotesto di alcune conversazioni.
Prossima visita il 26 Ottobre: rimanete su questi schermi.

Intanto sono le 2:12 a.m. di un mercoledì sera.
Sto scrivendo perché lo devo a me stesso.
Sto scrivendo perchè ieri è stato un giorno importante, un giorno che aspettavo da quel maledetto 28 Aprile.
Il giorno che il dottore con la filaallato mi parlò di metastasi.
Ho rivissuto un momento importante: sono tornato in quel tubo metallico a farmi scannerizzare le viscere.
Il primo capitolo di questo blog cominciò proprio lì, il primo pensiero al blog fu lì dentro, mentre strani rumori invadevano la mia testa, e il mio corpo era violato da radiazioni strane ed era riscaldato da liquidi strani.
Ora sono qui dopo quasi 4 mesi, a riparlare di quello.
Il tempo è volato.

Fisicamente sono quasi tornato l’Ale che tutti conoscete.
La barba ha una lunghezza accettabile anche se sembrano peli di un bimbo di 10 anni, per i capelli ci stiamo ancora lavorando. Sono in piena fase Maurizio Crozza ai tempi di Mai dire Gol, durante la fase di non accettazione della la sua calvizia imminente e lottava con le stempiature a fronte alta. Non avevano ancora scoperto GiletteMach3 d’altronde.

However, per ora questo viaggio si sta rivelando una scoperta bellissima.
Io mi sento na bomba.
Senza quelle dannate flebo di cortisone ora i miei muscoli sono più tonici e reattivi, la mia pancia sta crescendo (e dice mia nonna che è buon segno) e infatti maggiacalmànupoc, e le mie vene sembra stiano tornando piano piano belle doppie ed elastiche.

Ultimamente sono successe due cose belle.
La prima è che ho conosciuto una persona speciale, una di quelle che ha smosso le radici delle mie convenzioni esistenziali.
Una di quelle che ti cambiano la vita.
Sono sicura che lei lo farà, me la cambierà.
Troppa intesa, troppe lentiggini, troppo caos calmo, troppa musica, troppo badabum, troppo di troppo: rimanete su questi schermi.
La seconda è che son tornato a lavorare a pieno ritmo, e la cosa mi fa davvero bene: sentivo proprio il bisogno di poter tornare ad una sorta di “routine lavorativa” che mi tenga impegnato corpo e mente, che mi faccia riallineare con la vita di tutti i giorni.

Ripartire dopo tanti giorni di inattività non è affatto semplice, ma ce la sto mettendo tutta.
Ho voglia di costruirmi un gran futuro: rimanete su questi schermi.

Un’altra cosa bella, ma bella proprio, è che sono tornato a fare escursioni.
In teoria avrei dovuto inserire questa cosa bella tra le cose belle dell’elenco di prima, ma questa merita un flusso di coscienza ad cazzum che mi fa stare qui a spiegare perchè non l’ho messa nell’elenco e voi tutti a cercare di capire dove voglio arrivare e potrei continuare all’infinito dicendo cose del tipo che non so come si balla la macarena.
Supercazzola time.

Sono tornato sul sentiero degli Dei.
Sono tornato a respirare quell’aria di mare e montagna che mi mancava tanto.
Ho messo le scarpe azzurre della Nike con i lacci gialli, le stesse che mettevo per andare a fare le terapie.
Le stesse di cui parlai in un capitolo, le stesse che in quei giorni vedevo sempre troppo pulite.
Dovreste vederle quanto sono sporche di terreno, sono il mio orgoglio.

E’ stupendo sporcarsi nel mondo.
Tornare a casa con il terreno fin dentro le mutande, con qualche graffietto qui e li, e con i piedi e le gambe che fanno male.
“quanto mi piace stare sporca” cit. (chi sa, capisce)
Rivedere quei paesaggi, quel sole specchiato nel mare, quel leggero venticello che mi asciuga il sudore dalla fronte, e la terra inglobarmi in un magico incantesimo.

Un altro bel momento è stato arrivare a Positano a piedi.
Ho fatto tutti gli scalini che portano da Nocelle a Positano correndo.
Si, credetemi, correndo, ad un mese esatto dall’ultima iniezione di T-Mac.
Dopo 4 mesi di inattività per me è stata una gioia incredibile, riuscire a divertirmi in quel modo.
Tornare ad essere finalmente l’Ale che suda 4 T-Shirt appena si muove, potermi lanciare sfide e cercare di superarle.

Ogni gradino di dopo era un piccolo salto verso tutto ciò che mi aspetta, ogni gradino di prima era ciò che mi stava lasciando dietro.

Le gambe mi facevano male, ma io non mi sono arreso, ho vinto quella sfida.
Un pò per fare il figo con la persona che mi ha accompagnato, un pò perchè sentivo che l’adrenalina era talmente tanta che in quel momento avrei potuto volare come Superman se solo ci avessi provato.

Intanto sono le 3:21 a.m., ma non ho troppo sonno.
Dentro di me sento la stessa adrenalina che ho provato su quei scalini.
Ho anche un leggero affanno, ricerco me stesso dentro le parole.
Come se facessi Reiki con Wordpad: è questo l’effetto che mi fa la scrittura.
Ogni nuova frase è uno scalino in più verso ciò che mi aspetta.

Ricordo quando giorni fa parlai di Limbo, di situazione irrisolta.
Ora non mi sento così, ora sono più tranquillo.
Quello che potevo fare, l’ho fatto.
Io 14 mm li ho conquistati e la cosa mi rende orgoglioso.

Che poi un pistacchio è sempre meno di una nocciola.

Che poi a me i pistacchi fanno impazzire.

Peace

Ale

Ti ringrazio della lettura. Se ti va puoi scrivere qualcosa qui:

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