La mia Impazienza. Capitolo 25. 11/10/2017

La mia Impazienza. Capitolo 25. 11/10/2017

Sono le ore 1:53 a.m. di un martedì notte e scrivo.

Quel vecchietto dagli occhi azzurri un giorno disse che sarei stato per sempre un uomo difficile.
Un uomo libero e solo.
Eravamo di fronte al mare, seduti su una panchina azzeccosa, di quelle pitturate cento volte con litri di pittura da uomini dalle contenstabili qualità artistiche.
Avevamo sguardi complici, ci scrutavamo.
Erano sguardi che si affrontavano, ma si contemplavano.
Esploravano.
Si chiamava Luciano, aveva credo circa na settantina d’anni, lo conobbi sul traghetto Napoli-Palermo.
Ricordo che stavo scendendo giù a Palermo per lavoro, forse era uno dei primi tour lavorativi che facevo.
Avevo circa 23 anni e venivo da un’estate stupenda: avevo fatto l’animatore per la prima volta.
Il signor Luciano era un professore di Lettere e filosofia e stava scendendo giù a Palermo dalla figlia che si era sposata con un siciliano. Era vedovo da qualche anno.
Non so perché mi sia venuto in mente stasera ma le parole che ci scambiammo non me lo sono mai scordate.
Fu una conversazione stupenda, di quelle che piacciono a me.
Amore, sesso, libertà, destino. Tutte intrise di quella sottile ironia napoletana che tanto mi faceva sentire coccolato e “preso per mano”.
Il signor Luciano quella sera mi spiegò come aveva più volte stravolto la sua vita: aveva avuto due mogli, e 5 figli. Tanti amori, tante avventure, e tanta verità.
Non so come dirvelo, vi è mai capitato di conoscere una persona che “sa stare al mondo”?
A Napoli si dice che “sap campà.
Lui sapeva farlo, quei suoi occhi azzurri erano pieni. Pieni di una vitalità incredibile, seppur la sua vita non era stata tutta rosa e fiori, visto che aveva perso la moglie con lamalattiaconilnomenbrutto, dopo anni di agonia.
Avreste dovuto vederlo però come ne parlava con il sorriso.
Avreste dovuto vedere i suoi occhi come si illuminavano quando parlava di lei.
Io che venivo da un’estate d’animazione di cambiaescambiafemmen, ero totalmente in un’altra dimensione di vita, eppure ora, a 31 anni sono qui a parlare di lui.
Quel giorno scavò un solco incredibile dentro di me.
Mi sbattè addosso il suo amore.
Avete mai visto Willhuntinggenioribelle? Ricordate la scena che Robbie Williams parla della sua ex moglie morta a Will e di come lui amasse quei particolari che la rendevano unica?
Tipo lei che scorreggiava a letto?
Che film stupendo. Ho ancora la VHS originale che mi “prestò” un amico alle scuole medie.

Il signor Luciano guardava il mare e mi parlava di sua moglie.
Del modo in cui lei faceva gli gnocchi fatti in casa, di come lei lo guardava, di come lui si innamorò di lei mentre era sposato con un’altra donna.
Ricordò che io mi sentì piccolissimo di fronte a cotanta potenza.
Che ne potevo sapere io piccolo uomo 23 enne di quello che mi stava raccontando sto signore così strano e misterioso? Che ne potevo sapere io di questi modi d’amare?
Avevo già “amato” una persona a quei tempi, ma il suo racconto mi portò a credere che non avevo ancora ben capito cosa significasse.
Io facevo domande, ero curioso, diventammo amici.
Che poi amici non è il termine adatto, è stato più un mentore per me.
Lui guardava il mare ed io ero rapito.

Bho, vabbè, non so perchè mi è venuto in mente qui stasera, ma se siete qui a leggere ciò che scrivo, dovete esser pronti anche ai miei flussi di coscienza ad capocchiam dove non esistono regole.
Quindi beccatevi sta intro con la storia di Luciano, tzè.

In questi giorni sto scombussolando ancora una volta la mia vita.
Forse per lavoro mi trasferirò a Bologna, una città che mi è sempre piaciuta da morire.
Ci vive anche uno dei miei migliori amici, quindi sarei contentissimo di andarci anche per questo.

Torniamo a noi.
Notizie ANSA: le mie ultime analisi sono PERFETTE.
E il perfette va scritto gigante perchè è la prima volta dopo 4 mesi che le vedo così.
Dovete sapere che quando i valori sono sballati vicino ad ogni voce c’è un asterisco che lo evidenzia.
Stavolta niente asterischi.
Solo uno piccolino sulla Sideremia ma è cosadeniente.
Io fisicamente mi sento abbastanza bene, solo un pò di stanchezza diffusa.
Mi manca giocare a basket, credo che a breve andrò ad allenarmi, vedremo se l’adrenalina dovuta alla felicità di toccare la palla da basket riuscirà a sopperire alla mancanza di allenamento e di ferro.
La barba è cresciuta ma assomigliano ai peli che avevo in terza media.
I capelli invece solo un pò, quel tanto che basta per far capire che ci sono, ma niente di eclatante.
Il pistacchio è sempre lì. Ogni sera mi aspetta, io lo sento che mi chiama.
Così metto la mia mano calda sulla pancia e cerco di pensare a tutto ciò che amo per farmelo sparire con i pensieri felici.
Un Reiki in stile Peter Pan.

Mentalmente sono molto confuso, maledetta empatia.
Sono emotivamente turbato da una serie di situazioni che mi stanno completamente destabilizzando.
Diciamo che rispetto a 2 mesi fa son successe tante cose che pare quasi che io stia vivendo una nuova vita.
Sono preoccupato per il futuro, preoccupato per il lavoro, preoccupato per le persone che mi stanno intorno.
Credo che questa sensazione che provo sia scia della malattiadalnomebrutto.
Questo è il tormento che mi ha costretto a ingoiare, ed è questo quello che ora devo affrontare.
(Stasera mi sto spiegando malissimo, spero qualcuno stia capendo cosa voglio dire.
E che poi me lo spieghi, perchè così ci capisco qualcosa pure io).
Sapete quando mi accorgo che mentalmente sono confuso?
Proprio in questi momenti, quando la sera cerco di scrivere.
Mi trovo davanti sta linetta ansiogena del wordpad che lampeggia e io mi ritrovò a fissarla ipnotizzato.
Come un idropenesaturo.
Mi capita raramente di non trovare le parole giuste per descrivere una sensazione in effetti.
E allora prendo la chitarra, strimpello una canzone, mi affido alla musica.
Ripenso al mio film preferito “la leggenda del pianista sull’oceano”.
Cerco quel video del concerto di Ennio Morricone live.

Mha, forse stasera mi sento semplicemente un pò solo.
Ma non fraintendete, ho una vita piena d’amici e d’amore.
E’ che è difficile per me ripartire dopo quest’estate così intensa, senza tradire le mie aspettative.
Mi sembra di dover fare ora tutto quello che mi sono ripromesso di fare mesi fa.
E’ come se sentissi la responsabilità di non dover deludere l’Ale sbarbatello che era bloccato nel letto d’ospedale con l’ago in vena.
Non è facile ricominciare da capo con un corpo che senti diverso, con un nuovo amore, con nuovi sensi e con nuove preoccupazioni.
Mi manca la mia ottimistica spensieratezza.
Sono un pò stufo, un pò impaziente.
Ho bisogno di viaggiare.
Ho bisogno di capire cosa cazzo mi aspetta.

Sti cazzi per il finale mancato.

Peace

Ale

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