Tutto l’amore che ho. Capitolo 31. 14/02/2018
Non so cosa sto facendo.
Ora.
Ieri.
Sto provando a scrivere da settimane, ma ultimamente proprio non ci riesco.
Tutto ha perso molto senso.
Spero di ritrovarlo qui, stanotte, il 14 Febbraio.
In questo momento sarei dovuto essere sull’aereo Edimburgo-Roma.
Avrei avuto tante nuove emozioni dentro di me, e nuove avventure da raccontare.
E invece sono qui a scrivere parole alla cazzo che forse non pubblicherò nemmeno sul blog.
Che pare che ogni volta che mi sento un pò triste, non mi sento di mostrarlo al mondo, perchè sento di dover avere sempre una responsabilità positiva verso chi mi legge.
Ennò, stasera no.
Non sarà figo leggermi stavolta.
Stasera prendo a pugni il mio ego.
Gancio destro e sinistro, in pieno volto.
Sconfitto, disincantato.
In questi giorni sto indossando maschere che mi stanno avvelenenando l’essenza.
E quanto affatica indossare ste dannate maschere: è come un virus.
Attaccate all’anima, assimilate incosciamente.
Essere a casa ma non sentirsi mai a casa davvero.
Sbum, sinistro al cuore. Pare si fermasse.
Strappato da dentro, dalle radici. Con i soli battiti in petto, come una scia di ricordi.
E il mio ego ormai è martoriato.
Disorientato.
Triste, scocciato, svuotato, disilluso.
Una cazzo di rivoluzione emotiva dentro di me, e non so bene dove mi porterà e non so bene come fermarla.
Sono arrabbiato con la vita, con l’amore, con l’emozioni.
Perchè dev’essere sempre tutto così dannatamente difficile?
Perchè non posso avere una vita tranquilla ogni tanto? Nun dic assai, ogni tanto.
Una di quelle vite dove il giorno prima sai cosa farai il giorno dopo, dove riesci a fare i crossover senza che ti fanno male le caviglie e le ginocchia, una vita essenziale, senza litigi, con rispetto e gioia di stare insieme.
Nun c’ sta nient’a fà: la vita è una scatola di cioccolatini, ne mangi troppi e vai di sciorda.
E’ incredibile come sia cambiato tutto in un mese.
Lavoro, amore, salute, famiglia.
E’ incredibile: tutto rivoluzionato.
Un lavoro che non mi dà sicurezze, un’amore che non mi dà sicurezze, la salute della mia famiglia che non mi dà sicurezze, la mia salute che non mi dà sicurezze.
Uno vuole pure essere sempre positivo, ma ora no.
Cazzo ora no.
Mi sento svuotato, senza energia.
(Una cosa però stasera non voglio fare perchè credo sia poco rispettoso.
Non parlerò di lei, non aggiungerò altro.
Ho troppo rispetto per l’amore che ci siamo dati a vicenda.
E sappi che so che stai leggendo ora, e non ti preoccupare, non starò qui a parlare di noi per “vendere più copie”.
Scrivo di te in posti segreti.)
Oggi è 14 Febbraio, San Valentino.
Non avrei mai pensato pochi mesi fa di passarlo a scrivere, da solo, nella mia stanzetta, ma la vita è una buffonata strana, e io ormai l’ho capito a caro prezzo.
T-mac mi è venuto a trovare in questi giorni, mi ha ricordato che c’è stato e che ci sarà ancora per un pò dentro di me.
Stavo facendo troppo lo sbirulino e allora mi ha messo n’attimo in riga con affanni strani, e cuore che fa putupum ogni tanto.
Poi bellebuon ha deciso di farmi riperdere tutti i capelli sopra le orecchie, un pò a chiazze, un pò leopardato stile ElettraLamborghini. Così mi son rasato di nuovo per non sembrare il fratellodelca e a dire il vero mi piaccio anche di più versione The Rock.
Dicono sia una cosa normale avere questi effetti a lungo termine.
Dice la dottoressa che T-Mac è na cosa seria, non un pazziella come io mi so voluto far credere. (non so se si può dire in italiano ma mi piace).
Eh, la dottoressa, la nostra mitica mamma.
Sono andato a visita proprio ieri, pare che le cose stiano andando bene.
Il pistacchio è rimasto pistacchio, non è diventata un pinolino come speravo, ma nemmeno una nocciola o addirittura una noce.
Mi ha detto che devo evitare lo sport agonistico finchè T-Mac non andrà via da me, ma poi ha ritrattato dopo aver visto i miei occhi stile gattoconglistivalidiShrek.
Mi ha concesso di allenarmi e di giocare a basket, ma di fermarmi quando sento che sono troppo stanco.
Tiger che si deve fermare quando è stanco. Un eufemismo.
Come glielo spiegavo che durante una partita di basket, con tutta l’adrenalina e l’emozione che ho addosso, mi butterei pure in un fuoco ardente per recuperare un pallone?
Come gliela potevo spiegare una passione del genere?
L’ho guardata con lo sguardo di chi ha capito ma che qualche volta non riuscirà a mantenere la promessa.
Ci siamo intesi.
Un’altra cosa bella è stato il Convegno Nazionale dellamalattiaconilnomebrutto a cui ho preso parte giorni fa.
E’ stato interessantissimo.
Era come un All-Star Game dei dottori. I più esperti erano lì, li ho conosciuti tutti, e qualcuno ha anche cominciato a chiamarmi con il nome, come fossimo amici di vecchia data.
E’ stato bello e rassicurante.
Mi sono sentito un pò come IronMan e loro erano i miei Avengers.
Tutti uniti per sconfiggere il nemico comune.
A pranzo son stato con loro e ho scambiato due chiacchiere con una dottoressa che ora lavora in Canada e mi ha spiegato un pò quanto sia bello vivere a Vancouver.
Poi ho conosciuto un Eroe più speciale degli altri: il dottore che mi aveva controllato quei maledetti vetrini a Milano per capire che robabrutta avevo.
Si è ricordato di me e del mio caso.
Gli ho fatto mille domande e finalmente mi ha spiegato bene come si chiama il mio mostro.
Non voglio scendere nei particolari tecnici, vi dico solo che mi ha detto “Alessandro, tu sei una rarità NELLA rarità”. Testuali parole, stampate a fuoco dentro di me.
Mi fa sentire anche un pò figo avere qualcosa di così raro.
E poi mica le rarità sono per forza qualcosa di brutto?
Può essere anche una rarità bella, no?
However, in questi giorni sto cercando di dare una svolta alla mia vita professionale, sto vivendo e mangiando su Linkedin praticamente.
Inoltre dovrei andare a giorni a Bologna a capire un pò di cose.
Mha, tutto così incerto.
Eppure io davvero ci metto tutto me stesso nelle cose che faccio ma forse bho, forse non basta me stesso. Forse il mio me stesso è troppo poco.
Non so più che pensare.
Ho cominciato a scrivere stasera sperando di trovare un senso alle mie parole.
Mi sono affidato all’istinto.
Ora sono le ore 3:44aemme e sto decisamente meglio di quando ho cominciato a scrivere.
Il mio senso di sconforto è diventata ora una serena rassegnazione in stile dontworrybehappy.
Intanto Yiruma sta suonando KisstheRain e ho i brividi.
Uao.
Volevo dare una buonanotte speciale a tutti gli innamorati che hanno la fortuna e il coraggio di poter stare insieme.
Che sia questa notte teatro di passioni e bacini sui nasi.
E buonanotte pure a tutti gli innamorati che non stanno insieme. Che per qualche brutto scherzo del destino non possono stare insieme.
Non abbiate paura, ragazzi.
L’amore vero non ammette lontananza di spirito.
Che alla fine il corpo è solo un ammasso di acqua e carni, ciò che conta è ben altro.
Vi dedico queste 4 righe di Neruda che non è un poeta che di solito mi fa arravogliare il cuore ma sta poesia l’adoro.
Mi è sbattuta in faccia qualche giorno fa e se ancora ci sto pensando significa che qualcosa mi ha lasciato, no?
Spero lasci qualcosa anche a voi.
Vi saluto.
Con tutto l’Amore che ho, il Senso che sarà sempre luce nel mio cammino.
Ascolto Battiato e chiudo gli occhi.
Peace
Ale
“Voglio che tu sappia
una cosa.
Tu sai com’è questo:
se guardo
la luna di cristallo, il ramo rosso
del lento autunno alla mia finestra,
se tocco
vicino al fuoco
l’impalpabile cenere
o il rugoso corpo della legna,
tutto mi conduce a te,
come se tutto ciò che esiste,
aromi, luce, metalli,
fossero piccole navi che vanno
verso le tue isole che m’attendono.
Orbene,
se a poco a poco cessi di amarmi
cesserò d’amarti poco a poco.
Se d’improvviso
mi dimentichi
non cercarmi,
ché già ti avrò dimenticata.
Se consideri lungo e pazzo
il vento di bandiere
che passa per la mia vita
e ti decidi
a lasciarmi sulla riva
del cuore in cui affondo le radici,
pensa
che in quel giorno,
in quell’ora,
leverò in alto le braccia
e le mie radici usciranno
a cercare altra terra.
Ma
se ogni giorno,
ogni ora
senti che a me sei destinata
con dolcezza implacabile.
Se ogni giorno sale
alle tue labbra un fiore a cercarmi,
ahi, amore mio, ahi mia,
in me tutto quel fuoco si ripete,
in me nulla si spegne né si oblia,
il mio amore si nutre del tuo amore, amata,
e finché tu vivrai starà tra le tue braccia
senza uscir dalle mie.”
.