I miei Amici. Capitolo 50. 02/12/2019
Sabato era il 30/11/2019, il giorno del mio compleanno, 33annimammrocarmn.
Scrivo dall’aereo, ho il Vesuvio sulla mia destra che mi coccola i ricordi.
Mi fa sorridere e poi scompare dietro il propulsore del motore.
È uno spirito di appartenenza che non puoi spiegare a chi non è nato qui.
Affianco a me solito signore da 150 kili, quello davanti già dorme a bocca spalancata, e poi c’è una ragazza che scrive su agenda pensieri poetici.
Ciccina romantica.
Poggio la testa sul cuscino, ho gli occhi stanchi, avvito il cosino dell’aria fredda, il cellulare in modalità aereo e rallento.
Respiro, mi rilasso.
Bum, bum, bum, sento l’energia salirmi nel cervello.
I piedi cominciano a formicolare, attorno a me tutto scompare.
Ho il cuore pieno.
È stato un weekend stupendo.
Rivedere (quasi) tutti i miei amici nel giardino che ci ha cullato l’adolescenza, è stato bellissimo.
Papà che infornava le pizze, la nonna seduta al solito posto, la casetta sull’albero.
Sto pensando alla fortuna che ho.
A volte scorro foto di vecchie cartelle o anche l’album di fb.
Sto pensando alla fortuna che ho.
Si, l’ho scritto la seconda volta.
Ho degli amici che sono da sempre stati con me.
Le nostre vite intrecciate da 20 anni.
Eravamo 25 persone Sabato e almeno 5 di loro c’erano quando ho fatto la barba la prima volta, almeno 8 di loro quando ho dato il mio primo bacio, almeno 2 quando ho schiacciato a canestro la prima volta, almeno 5 quando mi sono innamorato la prima volta di quella ragazza conosciuta al mare (che sicuramente leggerà queste righe).
Quella che tutti chiamano amicizia, per me è qualcosa di più: non ha un nome o forse si.
Amore.
È una sensazione di totale gioia, complicità, fratellanza. Qualcosa di così intimo che mi fa star bene solo a pensarci.
Sono grato alla vita se mi ha dato questa fortuna.
E quindi queste 4 righe smielate sono dedicate a voi, che sopportate il mio essere strunz, che mi volete bene così come sono.
Che accettate le mie assenze, che apprezzate, più di quanto meriti, le mie presenze.
Nella mia vita fatta di impulsi, novità, gioco, avventura ed entusiasmo è difficile per me trovare dei punti fermi, ma voi, bhe voi lo siete.
Napoli, la famiglia, e voi tutti, siete il mio porto sicuro.
Affrontare la guerra che c’è lì fuori non fa così tanta paura se hai le spalle coperte.
Affrontare una malattia, non è mai stato un problema.
Perché vivere nella consapevolezza che, male che vada, ci sarà sempre quel gruppetto a tirarti su, mi fa partire sempre in vantaggio sulla griglia di partenza.
E voi lo sapete bene, la mia auto spesso va fuori strada, perde benzina, e negli ultimi anni ha avuto anche qualche incidente, pure grave, perdendo anche qualche ruota.
Ma niente, sono ancora in pista più veloce che mai, ho qualcosa che pochi hanno.
Ho una scuderia.
Ho i meccanici migliori del mondo.
Ho una squadra invincibile.
Il titolo parla chiaro, nessun giro di parole.
Dedico queste 4 righe a voi che, insieme alla mia bella famiglia, mi salvate ogni giorno la vita.
Grazie di esserci, non è mai scontato per me.
Vi voglio bene,
Ale