Profumo d’occhi. Napoli, 06/11/2011
…parlo di due occhi enormi, abissali e profondi, che mi hanno raccontato storie incredibili.
In silenzio, è bastato un battito di ciglia.
Erano vivi. Occhi coraggiosi, inquieti.
Potevi resistere in maniera tranquilla ad un incontro di boxe, alla notizia sconcertante, ad un incidente stradale.
Potevi sopportare tutte le cose fastidiose, insetti nelle orecchie o i serpenti nel letto.
Lo giuro, potevi resistere a tutto, ma a quei due occhi no.
Non erano umani.
Forse nessuno li ha mai capiti davvero, e tantomeno mi sento importante per averli pressochè “intuiti”.
Erano truccati senza trucco.
Troppa gioia incontrastata, raggi di sole e luna che ti colpiscono in pieno volto e tu, rimani inerme.
Troppo intensi, troppo lavorati, troppo loro.
A volte li guardavi e desideravi che una lacrima li incorniciasse. Non perchè vuoi il pianto di una donna ma solamente vedere quanto brillano ancora di più, sotto desideri trasformati in gocce di emozione.
E io li volevo. Encefalogramma impazzito.
Li volevo perchè scrutavano, e inspiegabilmente anche nel loro osservare c’èra un’incomprensione, li volevo perchè ti raccontavano in un attimo perchè hanno quel passo indeciso, quel disegno oscuro e quell’odore di “prendimi”.
Profumavano di buon vino, di lavanda, di mare.
Un “prendimi”, condito da un “sono forte, ma… ti prego prendimi”, con un piccolo spruzzo di “amami”.
Erano menzogne per gli altri. Visioni esagerate, malate.
Erano qualcosa di impossibile. Un paio d’occhi del genere non esistevano: un paio d’occhi non profumano.
Se dovessi spiegarvelo non ce la farei, ma vi invito a riconoscere un giorno due occhi maledetti che brillano al suono di melodie infantili.
Colori, luci, suoni.
Li desiderate anche voi, tutti li desiderano ma pochi di noi li hanno visti per davvero.
In quella notte io l’ho conosciuti,
e mi hanno teneramente fottuto.
Ale